Star Trek - Il futuro ha inizio
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Star Trek - Il futuro ha inizio
James Tiberius Kirk è nato tra le stelle ed è cresciuto nell’Iowa, ribelle e ostinato vuole conoscere il nome della bella Uhura, onorare la memoria del padre, servire una causa, esplorare nuovi mondi e arrivare là dove nessun uomo è giunto prima. Spock è nato sul pianeta Vulcano da madre umana e padre vulcaniano, razionale e controllato pratica la disciplina del Kolinahr per purificarsi dalle emozioni, ama con virtuoso trasporto Uhura, domina la sua metà umana e si arruola nella Flotta stellare. È sull’Enterprise, prestigiosa nave spaziale governata dal Capitano Christopher Pike, che i due giovani si incontrano e si scontrano per affrontare un temibile nemico venuto dal futuro. Nero, diabolico Capitano Romulano, ha infatti deciso di distruggere tutti i pianeti della Federazione per mettere a tacere il dolore di una perdita incommensurabile. Tra passato, presente e futuro, Kirk e Spock si arrenderanno a una grande amicizia e curveranno lo spaziotempo, salpando verso l’ultima frontiera.
Non è mai facile adattare un’opera letteraria per lo schermo, rielaborarla e conformarla alle esigenze e alle restrizioni del mezzo filmico, figuriamoci realizzare la versione cinematografica della più celebre serie di fantascienza della storia della televisione americana. Eppure, tre stagioni e dieci film dopo, J.J. Abrams ha accettato la sfida Star Trek e ha varato una nuova nave stellare, esplorando nuovi mondi e nuove possibilità narrative, nel rispetto del culto e del mito e nell’osservanza della tradizione. Tele-trasportata dal passato e radicalmente trasformata da un trucco tecnologicamente più avanzato, torna l’Enterprise, carica del “suo” equipaggio: l’istintivo capitano Kirk, l’alieno Spock, l’ufficiale medico Leonard McCoy, l’ufficiale delle comunicazioni Uhura, l’ingegnere dei miracoli Montgomery Scott, il guardiamarina russo e adolescente Pavel Checov e, al comando dell’acceleratore nei viaggi spaziali, lo schermidore Sulu. A non tornare sarà invece il già dato della saga e il già vissuto dai personaggi, perché il regista newyorkese li farà implodere come il pianeta Vulcano, alterandone per sempre i destini, girando il timone del tempo e dirigendosi verso un sequel ancora tutto da inventare.
Star Trek è anche e soprattutto, dunque, una sorprendente dimostrazione della natura del racconto, che offre una prestazione in maggiore dei più antichi meccanismi della gestione dell’attenzione spettatoriale. Così, con la magnifica esagerazione di chi ritiene che nessun’altra storia come questa sia stata mai raccontata, il narratore Abrams stabilisce un’identità (autoriale) e una paternità al film e gira un prequel (che prequel non è) che introduce i personaggi (Kirk e Spock) e l’ambito di azione che gli compete (la Federazione Unita dei Pianeti e la Frontiera). L’autore concepisce letteralmente le origini dei “figli delle stelle”, eroi e avversari precipitati in una dimensione spazio-temporale anomala, riflessi al presente di un passato già accaduto. Kirk e Spock sono giovani eroi contrastati, bisognosi di confrontarsi con se stessi oltre che con l’impresa da portare a termine. Il riscatto riguarda un percorso insito nelle insicurezze dell’individuo: essere degno erede di un padre eroico (il primo) e dominare il dissidio interiore vulcaniano-umano (il secondo). Il conseguente superamento della crisi fornirà la misura della loro grandezza, perché il potere non si dà senza spiegazione, un passaggio obbligato, un ingresso che definisca l’eroe e segnali l’ipotesi di un destino al di là di ogni rotta conosciuta.
Per Abrams le storie sono sempre profondamente legate al tempo che la storia impiega a raccontare il proprio tempo. Non c’è mondo (o spazio) di finzione che una scrupolosa narrazione non possa estendere, espandere, rilanciare, curvare indefinitamente, ovviando al naturale invecchiamento del personaggio (e dell’attore). Star Trek by J.J. Abrams fa rivivere Kirk e Spock, attingendo a un passato enorme la rotta per il futuro. Il presente intanto ha la perfezione di un algoritmo, una successione (in)finita di atti d’amore organizzati in ordine logico, dove l’Enterprise incrocia il Millennium Falcon, due irriducibili ricercatori incorrono in due prodi cavalieri Jedi, la Forza circonda la Federazione, mantenendo unita la galassia. Quella trekkista e quella starwarista.
PER VEDERE IL FILM: http://www.megavideo.com/?v=ULWXA2ZB
Non è mai facile adattare un’opera letteraria per lo schermo, rielaborarla e conformarla alle esigenze e alle restrizioni del mezzo filmico, figuriamoci realizzare la versione cinematografica della più celebre serie di fantascienza della storia della televisione americana. Eppure, tre stagioni e dieci film dopo, J.J. Abrams ha accettato la sfida Star Trek e ha varato una nuova nave stellare, esplorando nuovi mondi e nuove possibilità narrative, nel rispetto del culto e del mito e nell’osservanza della tradizione. Tele-trasportata dal passato e radicalmente trasformata da un trucco tecnologicamente più avanzato, torna l’Enterprise, carica del “suo” equipaggio: l’istintivo capitano Kirk, l’alieno Spock, l’ufficiale medico Leonard McCoy, l’ufficiale delle comunicazioni Uhura, l’ingegnere dei miracoli Montgomery Scott, il guardiamarina russo e adolescente Pavel Checov e, al comando dell’acceleratore nei viaggi spaziali, lo schermidore Sulu. A non tornare sarà invece il già dato della saga e il già vissuto dai personaggi, perché il regista newyorkese li farà implodere come il pianeta Vulcano, alterandone per sempre i destini, girando il timone del tempo e dirigendosi verso un sequel ancora tutto da inventare.
Star Trek è anche e soprattutto, dunque, una sorprendente dimostrazione della natura del racconto, che offre una prestazione in maggiore dei più antichi meccanismi della gestione dell’attenzione spettatoriale. Così, con la magnifica esagerazione di chi ritiene che nessun’altra storia come questa sia stata mai raccontata, il narratore Abrams stabilisce un’identità (autoriale) e una paternità al film e gira un prequel (che prequel non è) che introduce i personaggi (Kirk e Spock) e l’ambito di azione che gli compete (la Federazione Unita dei Pianeti e la Frontiera). L’autore concepisce letteralmente le origini dei “figli delle stelle”, eroi e avversari precipitati in una dimensione spazio-temporale anomala, riflessi al presente di un passato già accaduto. Kirk e Spock sono giovani eroi contrastati, bisognosi di confrontarsi con se stessi oltre che con l’impresa da portare a termine. Il riscatto riguarda un percorso insito nelle insicurezze dell’individuo: essere degno erede di un padre eroico (il primo) e dominare il dissidio interiore vulcaniano-umano (il secondo). Il conseguente superamento della crisi fornirà la misura della loro grandezza, perché il potere non si dà senza spiegazione, un passaggio obbligato, un ingresso che definisca l’eroe e segnali l’ipotesi di un destino al di là di ogni rotta conosciuta.
Per Abrams le storie sono sempre profondamente legate al tempo che la storia impiega a raccontare il proprio tempo. Non c’è mondo (o spazio) di finzione che una scrupolosa narrazione non possa estendere, espandere, rilanciare, curvare indefinitamente, ovviando al naturale invecchiamento del personaggio (e dell’attore). Star Trek by J.J. Abrams fa rivivere Kirk e Spock, attingendo a un passato enorme la rotta per il futuro. Il presente intanto ha la perfezione di un algoritmo, una successione (in)finita di atti d’amore organizzati in ordine logico, dove l’Enterprise incrocia il Millennium Falcon, due irriducibili ricercatori incorrono in due prodi cavalieri Jedi, la Forza circonda la Federazione, mantenendo unita la galassia. Quella trekkista e quella starwarista.
PER VEDERE IL FILM: http://www.megavideo.com/?v=ULWXA2ZB
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